Episodio 02 - Arlecchino - A2 (Beginner)
Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.
Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Alcune delle storie che racconto sono famose, altre meno, ma sono tutte riscritte da me, quindi riadattate per essere capite dagli studenti che stanno imparando italiano. Per aiutarvi nella scelta del podcast, indico sempre nel titolo il livello linguistico dell’ascolto.
Se avete bisogno dello script, del testo di questo episodio, compresa la parte di conversazione prima e dopo la storia, scrivetemi a italiando.learnitalian@gmail.com, ripeto in inglese italiando.learnitalian@gmail.com o ai link che trovate nella descrizione del video del podcast su Youtube.
La storia di oggi é una storia di solidarietà e amicizia.
Il protagonista é Arlecchino, una delle maschere più famose della commedia dell’arte, quella coloratissima, con tanti colori diversi tra loro. Spesso a Carnevale si vedono persone vestite da Arlecchino. Il Carnevale, che é una festa di origine cristiana, é anche un periodo ricco di feste e travestimenti in maschera. Il Carnevale racchiude moltissime storie molto interessanti, magari ve ne racconterò qualcuna più avanti...
La storia di oggi mi ricorda un episodio della mia infanzia.
Avevo 7 o 8 anni e non volevo assolutamente vestirmi da principessa, come il resto delle mie compagne di scuola. Arrivò il giorno della festa e ancora non avevo il mio vestito quindi, quando mi presentai a scuola senza maschera, la maestra cominciò a cercare in una grossa scatola di vecchi costumi e tirò fuori un lungo e peloso vestito: un vestito da asino.
Dovete sapere che essere un asino significa essere stupidi e testardi (sebbene l’asino sia un animale molto intelligente) ma io ero contentissima di avere un vestito così comodo e originale. E anche il resto dei miei compagni era invidioso del mio vestito da asino.
Scusate, vi ho già raccontato una storia e non ho ancora cominciato con quella di oggi...
Ora, vediamo insieme alcune delle parole che troveremo nel racconto di oggi
La prima parola è GENTILE, GENTILE. Gentile è un aggettivo per indicare una persona cortese, con buone maniere. Se lasci il tuo posto a sedere sull’autobus ad una persona più anziana, sei gentile.
La seconda parola è POVERO, POVERO. Povero significa con pochi o senza soldi.
La terza parola è ACCONTENTARSI, ACCONTENTARSI. Accontentarsi è un verbo per indicare quando sei felice/soddisfatto di ciò che già hai.
La quarta parola è A BASSA VOCE, A BASSA VOCE. Parli a bassa voce quando parli così, con il tono molto basso, solitamente per non farti sentire dagli altri.
La quinta e ultima parola è VESTITO, VESTITO. Un vestito è un abito, un indumento. Può essere un vestito da donna, ad esempio quelli lunghi eleganti da sera, o di molti altri tipi. In questa storia, ad esempio, è un vestito in maschera, per travestirsi.
Bene, queste erano alcune delle parole della storia di oggi, ora mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia...
ARLECCHINO
Arlecchino era un bambino che viveva in un paesino in provincia di Bergamo.
Tutti gli volevano bene perché era gentile e buono con grandi e piccini.
Era povero, povero, povero. La sua mamma era una cameriera e qualche volta non lavorava.
Vivevano in una casa lungo la strada che portava sui monti. La casetta era semplice, pulita e ordinata. Erano poveri ma felici perché si accontentavano di quello che avevano.
Gli ultimi giorni di Carnevale si avvicinavano e in paese tutti parlavano della festa che ci sarebbe stata di lì a poco. Tutti i bambini parlavano degli abiti e delle maschere che avrebbero indossato.
Colombina, una graziosa bambina che proveniva da Venezia gli chiese:
“Tu, Arlecchino, che cosa metterai per la festa?”
“lo???… Indosserò quello che indosso ora. Verrò a vedervi e mi divertirò lo stesso”.
Sapeva, infatti, che la sua mamma non aveva soldi per un vestito nuovo.
I compagni di scuola parlarono fra loro a bassa voce, e il giorno dopo tutti portarono un pezzetto di stoffa che le loro mamme avevano trovato.
Aimè… si accorsero che i pezzetti erano di diversi colori. Non ci avevano pensato e rimasero molto tristi. Come fare? Non volevano che Arlecchino fosse senza vestito per la festa.
“Non abbiate paura!” disse Arlecchino. “La mia mamma penserà cosa si può fare con questi pezzetti colorati”.
Tornato a casa mostrò alla sua mamma tutti quei pezzi e lei lo rassicurò con un bel sorriso.
Arlecchino sapeva che la sua mamma gli avrebbe fatto qualcosa di bello. E così fu.
Durante la notte, alla luce di una candela, la sua mamma cucì insieme tutti i pezzetti e fece un bellissimo e allegro vestitino colorato. Arlecchino, vestito a quel modo, uscì per le vie saltando e cantando perché aveva un bel vestito nuovo. Tutti gli fecero grande festa: a tutti piaceva quell’originale vestitino.
Quell’ abito sembrò, a tutti, ancora più bello perché ogni bambino aveva compreso che mettendo insieme quei piccoli pezzi aveva contribuito a creare una meraviglia.
Il vestito di Arlecchino divenne il simbolo dell’amicizia e della bontà dei bambini e della solidarietà delle loro mamme.
FINE
Secondo voi, qual è la morale della storia di oggi? Avete domande o volete esercitarvi un po’? Sarò felice di aiutarvi! Mi trovate ai link qui sotto.