Episodio 07 - La cicala e la formica - B1 (Intermediate)

 

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.  

Ricordo come fosse ieri quando mia nonna Giselda mi raccontava questa favola. E’ una storia che parla di pigrizia e lavoro. 

Dovete sapere che oggi sono una persona molto attiva e produttiva, mi sveglio presto mi organizzo per bene, abbraccio la filosofia del “prima il dovere e poi il piacere”. Insomma, non riesco proprio a perdere tempo: voglio sfruttare ogni secondo a mia disposizione. 

Ma da piccola? Da piccola ero decisamente pigra, ero una pigrona di prima classe. Conoscete questa parola? Pigra. Una persona pigra non ha mai voglia di darsi da fare, di fare cose, di lavorare, tende a posticipare i propri doveri il più possibile. Ecco, io da bambina ero pigra.  

Mia nonna ha sempre preferito insegnarmi grandi principi con le buone maniere piuttosto che sgridarmi. Quindi quando non aiutavo a preparare la tavola o a sistemare i giochi etc. Etc. mi faceva sedere e mi raccontava questa storia. E devo dire che ha funzionato: questa storia fa parte di me: ho imparato la lezione. 

Sicuramente esisterà una versione di questa storia nella vostra lingua e/o cultura: mi piacerebbe davvero sentirle.  

Vediamo ora assieme alcuni vocaboli della storia di oggi. 

I protagonisti di questa storia sono due insetti. Quindi le prime due parole che vediamo oggi sono: cicala e formica. 

CICALA, la cicala è un insetto che assomiglia un po’ ad una cavalletta e un po’ ad una mosca. In estate le cicale fanno quel suono continuo che noi chiamiamo cantare. 

FORMICA, formica. Vi dice qualcosa Zeta la formica? Quel famosissimo cartone? Le formiche sono quei piccoli piccoli insetti neri (principalmente, ma anche di altri colori) che trasportavo pesi molto superiori al loro peso. In estate se lascio del cibo all’aria aperta è probabile arrivino tante formiche a mangiarlo. 

INDAFFARATO, indaffarato. Indaffarato significa essere presi molto dai propri compiti e/o lavoro. Essere quindi molto occupati. Recentemente mi sono trasferita, ho cambiato casa e sono stata molto indaffarata.  

PROVVISTE. Le proviste sono quelle cose, spesso cibo che mettiamo da parte per il futuro quando ne avremo bisogno. Appena scoppiata l’epidemia del coronavirus tante persone sono corse al supermercato a fare provvista di carta igienica. 

VAGARE, vagare significa girare, andare in giro senza une meta, senza una destinazione.  

FATICA, si fa molta fatica quando si lavora tanto o quando si fa esercizio fisico. Esempio: se non mi alleno regolarmente, faccio fatica a correre.  

Ora, andiamo alla storia di oggi.  

LA FORMICA E LA CICALA 

C’era una volta un’estate calda, calda, e una cicala a cui non piaceva né sudare né far fatica. L’unica cosa che le piaceva fare era cantare tutto il giorno. 

Sotto il ramo dell’albero dove stava sdraiata comoda la cicala, passava avanti e indietro una formica, tutta indaffarata a portare sulla sua schiena un sacco di cose: pezzetti di cibo, sassolini, legnetti ecc. 

  
La cicala, vedendo quanto era sudata la formica, iniziò a prenderla in giro: 

 
– Vieni quassù con me, signora formica. Fa più fresco e, mentre ti riposi, cantiamo insieme qualche canzone – e, così dicendo, iniziò a cantare. 

– Grazie mille per l’invito, signora cicala, ma io sono molto indaffarata a mettere via provviste per l’inverno e a sistemare la mia casetta per proteggermi dal freddo, quando arriverà – e, così dicendo, continuò ad andare avanti e indietro per il prato, indaffarata. 

 
– Ma l’estate è ancora lunga – continuò la cicala – e l’inverno ancora lontano. Non preoccuparti adesso, ci sarà tempo più avanti per mettere via le provviste! 

La formica scosse un po’ la testa e continuò imperterrita il suo lavoro, senza più badare alla cicala. 

 
– Fai come vuoi, formica mia. Io intanto mi godo questa meravigliosa giornata standomene qui rilassata a riposare – e la cicala riprese a cantare un’altra canzone. 

Ma i giorni e poi i mesi passarono veloci, ed ecco che, puntuale, arrivò l’inverno, col suo freddo e col suo ghiaccio. 
La cicala vagava per i campi e i prati arrabattandosi come poteva, recuperando qua e là qualcosa da mangiare e riparandosi dal freddo dove capitava. 

Vagando, vagando, una sera in cui il buio era sceso molto presto, incontrò una piccola casetta con la finestrella illuminata. La cicala aveva tanta fame e tanto freddo, così bussò alla porta. 
La porta si aprì ed uscì la formica. Quella era la sua casetta costruita con fatica durante tutta l’estate, dall’interno si sentiva arrivare un bel calduccio e un odorino di cibo molto invitante. 

– Buonasera signora cicala, cosa ti porta qui da me
– Buonasera signora formica – rispose tutta infreddolita la cicala, tremando nel leggero cappottino che aveva addosso. – Ho freddo, ho fame e non ho un tetto dove passare la notte. 

La formica guardò la cicala con compassione. 
– Ah signora cicala, come ricordo bene le calde giornate d’estate in cui, mentre io faticavo per metter via provviste e costruirmi una casa, tu, beata sul tuo ramo al fresco e all’ombra, cantavi cantavi e cantavi… Beh, facciamo così: entra, per questa volta ti aiuterò e ti darò da mangiare e un letto per dormire. Tu però prometti che la prossima estate mi aiuterai a far provviste. 

La cicala, imparata la lezione, promise che avrebbe fatto la brava e ringraziò di cuore la formica per l’aiuto. 

FINE 

 
Vi è piaciuta la storia di oggi? Voi siete delle cicale o delle formiche? 

 
Indietro
Indietro

Episodio 08 - La lepre e la tartaruga - B1 (Intermediate)

Avanti
Avanti

Episodio 06 - Brif, Bruf, Braf - A2 (Beginner)