Episodio 17 - Tre tocchi - A2/B1-Beginner/Intermediate)

 

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.  

Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Alcune delle storie che racconto sono famose, altre meno, ma sono tutte riscritte da me, quindi riadattate per essere capite dagli studenti che stanno imparando italiano. Per aiutarvi nella scelta del podcast, indico sempre nel titolo il livello linguistico dell’ascolto.  

Se avete bisogno dello script, del testo di questo episodio, compresa la parte di conversazione prima e dopo la storia, scrivetemi a italiando.learnitalian@gmail.com, ripeto in inglese italiando.learnitalian@gmail.com o ai link che trovate nella descrizione del video del podcast su Youtube. Per il momento dovete richiedermi lo script ma, sappiate che ho in progetto di creare un sito apposito dove raccogliere tutte le storie. 

Si avvicina Halloween! Halloween!  Sabato 31 ottobre sarà infatti Halloween. Da questa settimana però in Italia sono in atto delle nuove limitazioni per contenere la diffusione del coronavirus quindi temo che non ci sarà modo di festeggiare Halloween, perlomeno non fuori casa. Sicuramente il tradizionale “dolcetto scherzetto” non è una buona idea se vogliamo contenere il virus.  

E voi? Solitamente festeggiate questa festa? Molte persone qui, soprattutto le generazioni più anziane, non festeggiano Halloween perché è una festa di origine pagana e non cristiana. Sicuramente però, tutti festeggiamo il 2 novembre, la festa dei morti, durante la quale commemoriamo i defunti, spesso andando al cimitero a trovare i nostri parenti o cari che sono morti.  

Ad ogni modo, i bambini, e non solo, adorano Halloween. E’ l’occasione per travestirsi indossando costumi spaventosi, per fare dolcetto e scherzetto (trick or treat) e molto altro. Ho un ricordo di un episodio simpatico avvenuto da bambina ad Halloween: mi ero vestita da fantasma e avevo a disposizione solo due piccoli fori, due buchi, dai quali guardare. Quindi non vedevo molto bene. Ho trascorso quindi tutta la serata di Halloween ad inciampare e andare addosso alle mie amiche e ostacoli vari: una luuunga nottata di Halloween, ma divertente.  

Comunque, ho pensato di raccontare oggi una storia un po' più inquietante, inquietante. Più inquietante rispetto alle altre storie di questo podcast. Siete pronti? 

Prima però, vediamo assieme alcune delle parole chiave della storia di oggi.  

 

La prima parola è TOCCO, TOCCO. Il tocco è l’atto del toccare, quando il nostro corpo viene a contatto con qualcos’altro.  Questa parola ha diversi significati: in questa storia il tocco è il colpo battuto sulla porta, come questo. (tocco). Il tocco però può essere anche la maniera personale di una persona, solitamente un artista, di fare qualcosa: ad esempio “quel pittore ha un tocco molto delicato.  

La seconda parola è COINQULINO, COINQUILINO. Il coinquilino è la persona con la quale dividiamo la casa in cui abitiamo.  E’ importante stabilire delle regole con il proprio coinquilino prima di andare a conviverci assieme.  

La terza parola è un’espressione, non un'unica parola. L’espressione è NON C'E’ ANIMA VIVA, NON C’E’ ANIMA VIVA. Questa espressione indica l’assenza di persone in un determinato luogo. Significa che non c’è nessuno o ci sono davvero pochissime persone in un posto. Ad esempio, durante il lockdown a marzo nelle piazze italiane non c’era anima viva, non c’era nessuno, le piazze erano vuote.  

La quarta parola è RIDACCHIARE, RIDACCHIARE. Questo verbo significa ridere a tratti, di solito si ridacchia per prendere in giro qualcuno o per malignità. Quando qualcuno ridacchia, fa più o meno così (ridacchia). 

La quinta e ultima parola è SCRICCHIOLIO, SCRICCHIOLIO. Lo scricchiolio è un rumore, leggero e secco. Un rumore un po’ particolare: le scarpe nuove a volte fanno uno scricchiolio, il ghiaccio quando si sta per rompere a causa di un peso eccessivo sopra fa uno scricchiolio ma anche una porta che si apre leggermente fa uno scricchiolio.  

Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.  

TRE TOCCHI 

Sono al mio terzo anno di università, studio giurisprudenza, le cose vanno molto bene. Divido l’affitto di un piccolo ma accogliente appartamento, con un ragazzo conosciuto durante il corso di diritto penale e lavoro come cameriere alcune sere a settimana in un ristorante vicino a casa. 

E’ una delle mie sere libere e, fatalità, il mio coinquilino deve uscire con la sua ragazza.  

Il mio coinquilino passa quasi un’ora davanti allo specchio nella sua camera e viene ogni tanto in salotto per chiedermi come sta vestito in un modo o in un altro, se è meglio la giacca o la camicia, se è meglio casual o elegante. Prima di uscire mi dice “mi sa che rimango a casa della mia ragazza a dormire stasera” e mi fa l’occhiolino. Io rispondo “ben per te, divertiti!”. Sono contento: ho l’appartamento tutto per me. 

Mi preparo la cena, torno a sedermi sul divano e decido di guardare un film dell’orrore. 

 A metà del film c’è suspence nell’aria, c’è un po’ di tensione. Sento improvvisamente bussare tre tocchi alla porta. Mi alzo dal divano, innervosito per quell’interruzione, e raggiungo la porta per vedere chi c’è. 

Quando apro la porta, però, non trovo nessuno. 

“mmm strano” penso tra me e me. “Al piano di sopra c’è quella famiglia con due bambini. Il bambino più grande è il classico ragazzino a cui piace fare scherzi stupidi come suonare il campanello e scappare via. Sarà sicuramente stato lui.”. Lascio perdere e torno a guardare il film horror che mi sta appassionando sempre di più. 

Finito il film mi alzo per riportare il piatto sporco in cucina, ma non faccio in tempo a raggiungerla che sento di nuovo tre tocchi alla porta. Sbuffo, metto il piatto nel lavandino e dico ad alta voce “Arrivooo!”, prima di raggiungere l’ingresso. 

Arrivo alla porta, la apro e come prima, sul pianerottolo non c’è anima viva. Questa volta, però, sento la risatina divertita di un bambino. “lo sapevo che era lui!” (pensando al bambino del piano di sopra).  

Urlo al bambino dalla tromba delle scale “Smettila subito con questo scherzo da bambini! Altrimenti dico tutto a tuo madre”. Ma il bambino continua a ridacchiare.   

Chiudo la porta a chiave e guardo l’orologio appeso a circa un metro e mezzo dal divano. E’ tardi, ma io non sono affatto stanco. Mi siedo di nuovo sul divano e guardo un po’ di televisione, facendo zapping fra i canali per cercare qualcosa di interessante. 

Non so come o a che ora ma ad un certo punto mi addormento. Sento ancora tre tocchi alla porta che mi svegliano. E’ l’una del mattino. “come è possibile che la madre di quel ragazzino lo lasci uscire di casa così tardi” mi chiedo.  

Ignoro lo scherzo, spengo il televisore e le luci del salotto. Entro in camera mia con gli occhi ormai socchiusi, assonnato (sbadiglia); infilo il pigiama a fatica e mi chiudo la porta alle spalle prima di mettermi a letto. 

“wow... ho l’appartamento tutto per me per una volta e l’unica cosa che faccio per l’intera serata è stare seduto sul divano!” penso tra me e me.  

Una volta al buio, mi godo il silenzio che non c’è mai in quell’appartamento, chiudo gli occhi e piano piano mi addormento. Sento la porta di casa aprirsi e chiudersi, quindi immagino che la serata del mio coinquilino sia finita diversamente da come si aspettava; poi sento tre tocchi alla porta della mia camera e subito dopo lo scricchiolio della porta che si apre. 

Sono tornato” dice una voce.  

Assonnato, gli rispondo alzando un pollice per dirgli “OK”. La porta si richiude e, quasi subito dopo, il mio cellulare vibra sul comodino accanto al mio letto. Apro gli occhi, ma ci metto qualche secondo per abituarmi alla luce dello schermo. C’è un nuovo messaggio: è un messaggio dal mio coinquilino. 

Leggo il messaggio. Il messaggio dice: “Domani torno verso le nove. Vado a comprare un paio di brioche per colazione, va bene?”. 

C’è qualcosa che non va. Il mio coinquilino mi ha appena detto di essere tornato e ora mi scrive che torna domani. Strano. 

Gli rispondo: “Non fare l’idiota, so che sei in camera tua. Sei pure venuto da me per avvisarmi. Cos’è, la ragazza ti ha mandato in bianco e ti vergogni a dirmelo in faccia? 

La sua risposta arriva due minuti dopo, ma insieme al messaggio c’è anche una foto di lui abbracciato alla sua ragazza. Il messaggio dice: “Stiamo andando in un bar, te l’avevo detto che sarei tornato domani!” 

Il telefono mi cade dalle mani, ho un nodo in gola dalla paura. “ma come...”. E sento altri tre tocchi alla porta della mia camera.  

FINE 

Allora? Avete preso paura? Vi è piaciuta la storia di oggi?  

Spero di essere stata in grado di spaventarvi almeno un pochino. Spero non troppo.  

Vi piace solitamente questo genere di storie? Il genere horror?  

Non è il mio genere preferito se devo essere sincera ma ogni tanto può essere divertente ed emozionante leggere un racconto horror o guardare un film di paura al buio.  

Come sempre, se avete qualche domanda o volete darmi la vostra opinione su questo episodio, io sono qui e sarò felice di rispondervi.  

Vi auguro una buonissima giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie.  

 
Indietro
Indietro

Episodio 18 - Il basilisco di Vienna - B1/B2 (Intermediate - Upper intermediate)

Avanti
Avanti

Episodio 16 - La ragazza perfetta -B1(Intermediate)