Episodio 14 - Troppo piccolo - A2 (Beginner)
Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.
Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Alcune delle storie che racconto sono famose, altre meno, ma sono tutte riscritte da me, quindi riadattate per essere capite dagli studenti che stanno imparando italiano. Per aiutarvi nella scelta del podcast, indico sempre nel titolo il livello linguistico dell’ascolto.
Se avete bisogno dello script, del testo di questo episodio, compresa la parte di conversazione prima e dopo la storia, scrivetemi a italiando.learnitalian@gmail.com, ripeto in inglese italiando.learnitalian@gmail.com o ai link che trovate nella descrizione del video del podcast su Youtube. Per il momento dovete richiedermi lo script ma, sappiate che ho in progetto di creare un sito apposito dove raccogliere tutte le storie.
Siamo arrivati all’episodio numero 14 di questo podcast. La storia di oggi è per studenti di livello base, elementare, quindi é diretto a studenti principianti, di livello A2 ed è una storia breve, quindi corta.
Ma...Come state? Come stanno andando le vostre vite? Siamo entrati in autunno. E qui, in Italia, perlomeno qui a Vicenza, comincia a fare un po' più freddo ed è sempre un po' difficile abituarsi fisicamente e all’idea. Difficile...beh diciamo che é una sorta di shock. No dai sto esagerando, in realtà amo molto questa stagione, anche se generalmente preferisco il caldo. Fra poco le strade si tingeranno dei mille colori delle foglie che cadono. Ed è sempre un bellissimo spettacolo. Ma...da voi com’é il clima? Fa freddo? Fa caldo? Fatemelo sapere
Ma ora, vediamo assieme alcune delle parole della storia di oggi.
La prima parola è Troppo, troppo. Troppo è un avverbio, e indica un eccesso, quindi significa “in quantità eccessiva” o” superiore al normale”. Solitamente è seguito da un aggettivo, ad esempio ‘ è troppo costoso”. Proviamo ad usare questo avverbio in una frase : “quel ristorante ha una vista incredibile ma è troppo costoso rispetto agli altri ristoranti della zona.”.
La seconda parola è canestro, canestro. Il canestro si usa giocando a basket. Se vuoi segnare un punto devi lanciare la palla all’interno del canestro. Il canestro di solito è un cerchio di metallo con una rete intorno, all’interno della quale cade la palla da basket.
La terza parola è Caramelle, caramelle. E' il plurale della parola caramella. La caramella è un piccolo dolce che si fa facendo cuocere lo zucchero, aromi ed altri ingredienti. Tanti bambini amano le caramelle, ma anche a tanti adulti piacciono. Le caramelle possono essere di tanti colori e forme. Quando vai al cinema, di solito, prendi o i popcorn o le caramelle.
La quarta parola é afflitto, afflitto. Sei afflitto quando sei molto triste, stai soffrendo e hai poca speranza. A volte ci affliggiamo nella vita, diventiamo afflitti, ma è uno stato temporaneo, poi si torna a sorridere.
La quinta parola è piangere, piangere. Piangere è un verbo. Quando si piange, le lacrime scendono dai nostri occhi. Si può piangere di gioia, quindi quando siamo molto molto felici, o per tristezza. Io piango quando rido di gusto invece. Quando si guarda un film commovente, spesso si piange.
La sesta e ultima parola è pancia, pancia. La pancia è una parte del corpo che si trova a metà tra il torace e il bacino. Quando una donna aspetta un bambino, la pancia cresce, infatti viene chiamato pancione durante la gravidanza. Quando mangio troppa cioccolata di solito mi viene mal di pancia.
Bene, queste erano alcune delle parole della storia di oggi. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia.
TROPPO PICCOLO
Martino ha già 5 anni, ma vuole ancora essere il piccolo della famiglia.
Un giorno, Martino va in salotto e vede la mamma che beve tè. La mamma beve da una bellissima tazza da tè e mescola con un cucchiaino d’argento.
“Posso avere anche io del tè per favore mamma?” Martino chiede.
“No Martino. Sei troppo piccolo per bere tè”
“Ma...ma...perché?” chiede Marino
“Perché le tue dita sono troppo piccole per tenere la tazza. E il tè è troppo caldo per te, sei un bambino”
“Non sono un bambino”, dice Martino sbuffando. “Ho cinque anni e mezzo”
Martino esce in giardino ancora arrabbiato. Nel giardino c’è suo fratello Filippo che sta giocando a basket.
“Posso giocare anche io?” chiede. Filippo, il fratello, fa rimbalzare la palla su e giù sotto il naso di Martino e poi la lancia nel canestro.
“No Martino, sei troppo piccolo per giocare a basket”.
“Ma...perché?”
“Perché il canestro è troppo alto per te, non riesci a raggiungerlo. E la palla è troppo grande per le tue manine da bambino”
“Non sono un bambino” risponde Martino a suo fratello. “Ho cinque anni e tre quarti”.
Martino torna in casa ancora più arrabbiato di prima. Entra in cucina e vede sua sorella Chiara che si sta preparando per uscire “Mamma io esco, vado in bici fino al negozio di caramelle”.
Caramelle! Martino sogna: già si vede in sella alla bicicletta, con il vento tra i capelli e una caramella alla fragola in bocca. “Chiara, posso venire con te al negozio di caramelle?” Martino chiede a Chiara.
“No, sei troppo piccolo per andare al negozio”, risponde Chiara.
“Ma...ma... perché?” chiede Martino
“Perché il negozio è troppo lontano per te, troppa strada per te. E la tua bici da bambino è troppo lenta”
“Ancora con questa storia! Non sono un bambino...e non ho una bici da bambino...Sto per compiere 6 anni”. Risponde Martino.
“Sei?” ride Chiara. “Ma se ne hai appena compiuti cinque!”
Martino, afflitto, si siede sull’erba e guarda la sorella andare via in bicicletta. Comincia a piangere.
Il papà di Martino che sta lavando la macchina sente piangere qualcuno e si avvicina per capire cosa succede.
“Perché stai piangendo?” chiede il papà a Martino.
“Perché sono troppo piccolo per fare qualsiasi cosa. Vorrei non essere il più piccolo della famiglia”.
“Stai attento con quello che desideri”, dice il papà a Martino.
Proprio in quel momento, arriva la mamma che porta una tazza di tè al papà. Si tocca la pancia e sorride.
“Avremo un altro bambino” annuncia la mamma.
“E questo significa che diventerai un fratello maggiore, un fratellone” aggiunge il papà.
“Ma....ma.... sono troppo piccolo per essere un fratello maggiore”, dice Martino “sono solo un bambino!”.
FINE
Bene, vi è piaciuta la storia di oggi? Sono sicura che molti di voi si rivedranno in questa storia, tanti fratelli e sorelle maggiori.
Io sono la secondogenita, quindi è nato prima mio fratello e poi sono nata io. Ho sempre pensato che i primogeniti si godono molte più attenzioni dei secondogeniti ma in realtà credo non sia semplice per loro rinunciare ad essere l’unico centro d’attenzione di mamma e papà. Oppure forse sono semplicemente contenti di avere un altro fratello o sorella e non ci pensano. Devo dire che ho sentite molte storie sui capricci dei primogeniti nel momento in cui nasce il secondo figlio. Voi cosa siete? Primogeniti o secondogeniti? Fatemelo sapere nei commenti.
Intanto vi auguro una giornata grandiosa. E ci vediamo presto! Ciao!