Episodio 10 - Il brutto anatroccolo - B1 (Intermediate)

 

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.  

 
Sono Silvia Gomiero e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano.  Alcune delle storie che racconto sono famose, altre meno, ma sono tutte riscritte da me, quindi riadattate per essere capite anche dagli studenti che stanno imparando italiano. Per aiutarvi nella scelta del podcast, indico sempre nel titolo il livello linguistico dell’ascolto.  

Allora, come state? Come sta andando la vostra estate? Riuscirete ad andare in vacanza quest’anno o rimarrete a casa?  Io fortunatamente, partirò per la Sicilia la settimana prossima, non vedo l’ora! 

Allora...Oggi devo rivelarvi subito il titolo della storia perché volevo parlare un secondo di una famosa espressione che deriva proprio da questa storia. 

L’espressione in questione è ‘brutto anatroccolo’, l’espressione “brutto anatroccolo” infatti è entrata nel linguaggio comune.  Nella maggior parte dei casi questa espressione si utilizza per riferirsi a una persona che inizialmente è fisicamente brutta ma che con il tempo diventa fisicamente, esteticamente molto bella. In realtà, questa espressione nasconde un significato più profondo.  Il brutto anatroccolo è una persona che si sente diversa dagli altri e quindi inadeguata, irrealizzata ma che, attraverso un viaggio di consapevolezza, anche non facile, si rende conto di essere meravigliosa.  

 

Vediamo assieme alcune delle parole della storia di oggi. 

GOFFO, GOFFO. Goffo è un aggettivo che indica una persona impacciata nei movimenti, che non si muove con sicurezza. Ad esempio, io, quando indosso i tacchi, molto raramente, sono molto goffa.  

PRENDERE IN GIRO. Prendere in giro. Abbiamo già visto questa locuzione verbale, questo verbo. Prendere in giro significa ridere di qualcuno, dire qualcosa di, spesso negativo, per deridere una persona.  

CONSOLARE, CONSOLARE. Consolare significa portare sollievo a una persona triste, darle conforto attraverso parole o gesti fisici. Quando consoli una persona triste, la persona diventa meno triste, e forse felice.  

STORMO, STORMO. Lo stormo è un gruppo di uccelli. Nella storia di oggi troviamo uno stormo di anatre, quegli uccelli che troviamo sul fiume e uno stormo di cigni, quei meravigliosi uccelli bianchi.  

SPECCHIARSI, SPECCHIARSI. Specchiarsi è un verbo riflessivo, ovvero uno di quei verbi in cui l’azione si riflette su di noi. Specchiarsi significa guardare sé stessi allo specchio. Le persone vanitose si specchiano spesso per osservarsi.  

Bene, queste erano solo alcune delle parole della storia di oggi. Ora, mettetevi comodi, e preparatevi ad ascoltare la storia. 

IL BRUTTO ANATROCCOLO 

 

C’era una volta un’anatra che stava aspettando si aprissero le sue uova. 

Le uova erano in un nido, fatto sulla riva di un laghetto all’interno del campo di una fattoria. 
Poco a poco le uova si aprirono tutte, e ne uscirono dei bellissimi pulcini tutti dorati. Però, mancava ancora un uovo, quello più grande di tutti, lui non si era ancora aperto.  

Finalmente l’uovo si aprì e… Che sorpresa! Mamma anatra e i suoi fratellini videro uscire da quell’uovo (più grande del normale) uno strano anatroccolo, tutto grigio e goffo! 

I suoi fratellini lo chiamarono da subito ‘Brutto Anatroccolo e lo prendevano sempre in giro, facendogli scherzi. 

Mamma anatra cercava di difenderlo come poteva, e quando era triste il Brutto Anatroccolo correva da lei a farsi consolare e coccolare. 
Ma purtroppo anche le altre anatre che abitavano il laghetto lo deridevano e lo prendevano in giro: il povero Brutto Anatroccolo tornava sempre a casa piangendo.  

Un giorno il Brutto Anatroccolo decise che non poteva più sopportare tutte quelle stupide anatre che lo trattavano male. 

 
“Andrò dove troverò delle anatre che mi sapranno apprezzare per quello che sono” si disse, e volò insicuro con le sue piccole alette. 

Non riuscì ad andare molto lontano, e per la stanchezza si fermò in uno stagno lì vicino, dove vide arrivare uno stormo di anatre selvatiche. 
“Forse loro mi accetteranno meglio di come mi hanno accettato le anatre della fattoria”, pensò. 

Il Brutto Anatroccolo si avvicinò piano piano allo stormo che stava riposando sulle acque dello stagno, e quando fu abbastanza vicino si presentò. 
“Salve a tutte signore anatre selvatiche io sono…” 

Ma non fece in tempo a finire la frase che già le anatre selvatiche lo stavano prendendo in giro.  

“E cosa saresti tu? Un anatroccolo – mostro? “, e continuarono a ridere. 

 
Il povero anatroccolo, deluso, piangendo, scappò via anche da lì, fino a che stanchissimo a causa del volo si fermò sulle rive di un altro stagno non molto lontano. 

Lì vide degli splendidi e bianchi cigni che nuotavano con eleganza in acqua. Erano così belli che il Brutto Anatroccolo ne rimase incantato. 
Più li guardava e più pensava: “quanto vorrei essere bello come loro…” 

Così nuotò verso di loro... 
Forse mi beccheranno e mi cacceranno anche loro” pensò l’anatroccolo. 

Per grandissima sorpresa del brutto anatroccolo, i cigni gli corsero incontro, salutandolo e abbracciandolo. 
Il Brutto Anatroccolo non capiva, e chiese: “come mai non mi prendete in giro per quanto sono brutto?” 
Una di loro gli rispose “brutto tu?! Ma se stai per diventare uno splendido cigno!” 

"Cigno io?!“– rispose sbalordito il Brutto Anatroccolo 
Tutti i cigni si misero a far di sì con la testa e gli sorrisero con calore. 
“Aspetta qualche giorno e vedrai…” 

E fu così che dopo pochi giorni il Brutto Anatroccolo si svegliò, e andò a specchiarsi nello stagno. Vide che tutte le sue piume grigie erano diventate bianche come il latte: era diventato un cigno! 

E quanto era bello, il più bello di tutto lo stagno! 
“Quando ero ancora un Brutto Anatroccolo, non avrei mai immaginato che un giorno sarei stato così felice!” 
E volò insieme a tutti i suoi nuovi amici. 

 FINE 

 

Vi è piaciuta la storia di oggi? Io la trovo meravigliosa. C’è un motivo se è un grande classico. Il brutto anatroccolo non era mai stato un’anatra, bensì un cigno: il suo uovo era finito per sbaglio nel nido delle anatre.  

 
Qual è la morale secondo voi? Secondo me questa storia vuole insegnarci che solo credendo in noi stessi e nelle nostre capacità, accettandoci per quello che siamo, anche se siamo diversi dalle persone intorno a noi, possiamo diventare grandi.  

Non possiamo e soprattutto non dobbiamo cambiare la nostra natura per assomigliare agli altri, siamo perfetti così. Spero davvero questa storia vi sia piaciuta. Ci vediamo giovedì prossimo con la prossima storia. Potete trovare le altre storie su Spotify – Soundcloud e sul mio canale Youtube. Nel frattempo vi auguro una buonissima giornata: CIAO! 

 

 
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