Episodio 05 - Il palazzo da rompere - B1 (Intermediate)

 

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.  

 

Vi leggevano le favole da bambini per farvi addormentare?  

A me, da quel che ricordo, si. Uno dei libri di storie che ricordo con grande affetto è “Favole al telefono” di Gianni Rodari: mi divertivo tantissimo ad ascoltare questi brevi racconti e credo si divertissero anche i miei genitori. 

La storia di oggi è tratta da questo libro, leggermente rivista, per adattarla al livello dell’ascolto.  

Ma, ora vediamo alcune delle parole della storia di oggi. 

 ROMPERE. Rompere significa spezzare, distruggere un oggetto in più parti. Da bambini é comune rompere molti oggetti giocando. 

 MARTELLO. Martello è uno strumento, un utensile che serve per battere: c’è una parte più grossa e pesante in metallo e un manico. Un famoso martello è il martello di Thor. 

 QUATTRO E QUATTR’OTTO. Quattro e quattr’otto è un’espressione che significa ‘in pochissimo tempo, in un attimo’. Se la mattina sono in ritardo, mi preparo in quattro e quattr’otto.  

SPETTACOLO. Uno spettacolo è una manifestazione o rappresentazione artistica. Gli spettacoli del Moulin Rouge a Parigi sono famosi in tutto il mondo. 

SFOGARSI. Ci sfoghiamo quando alleggeriamo un sentimento molto forte attraverso un’attività. Ad esempio: ho avuto una bruttissima giornata al lavoro quindi mi sono sfogato andando a correre e parlando con i miei amici. 

RISPARMIO. Stai risparmiando quando limiti le tue spese. Ad esempio ‘ Devo comprare un mobile nuovo quindi sto risparmiando i soldi non andando al ristorante’ 

 

Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi… 

 

IL PALAZZO DA ROMPERE 

 Una volta, a Busto Arsizio, la gente era preoccupata perché i bambini rompevano tutto.  

Non parliamo delle suole delle scarpe, dei pantaloni e delle cartelle scolastiche: rompevano i vetri giocando alla palla, rompevano i piatti a tavola e i bicchieri al bar, e non rompevano i muri solo perché non avevano martelli a disposizione. 

I genitori non sapevano più cosa fare e cosa dire e si rivolsero al sindaco. Il sindaco però non propose           nulla di buono.  

Per fortuna da quelle parti ci sono molti ragionieri. Ce n'è uno ogni tre persone e tutti ragionano benissimo. Meglio di tutti ragionava il ragionier Gamberoni, un vecchio signore. Egli prese carta e matita e fece il conto dei danni che i bambini di Busto Arsizio facevano. 

 “Con la metà di questa somma” - dimostrò il ragionier Gamberoni, - “possiamo costruire un palazzo da rompere e obbligare i bambini a farlo a pezzi: se non guariscono con questo sistema non guariscono più”

 La proposta fu accettata, il palazzo fu costruito in quattro e quattr’otto.  

Era alto sette piani, aveva novantanove stanze, ogni stanza era piena di mobili e ogni mobile pieno di stoviglie e soprammobili, senza contare gli specchi e i rubinetti.  

Il giorno dell'inaugurazione a tutti i bambini venne consegnato un martello e a un segnale del sindaco le porte del palazzo da rompere furono aperte. 

 Peccato che la televisione non sia arrivata in tempo per mostrare lo spettacolo

I bambini passavano di stanza in stanza come l'esercito di Attila e fracassavano a martellate quanto incontravano sul loro cammino. I colpi si udivano in tutta la Lombardia e in mezza Svizzera.  

Infanti dell'asilo, belli e graziosi nei loro grembiulini rosa e celesti, pestavano i servizi da caffè riducendoli in polvere finissima, con la quale si incipriavano il viso. 

 Alla fine del primo giorno non era rimasto un bicchiere sano.  

Alla fine del secondo giorno scarseggiavano le sedie.  

Il terzo giorno i bambini affrontarono i muri, cominciando dall'ultimo piano, ma quando furono arrivati al quarto, stanchi morti e coperti di polvere come i soldati di Napoleone nel deserto, si fermarono e tornarono a casa barcollando e andarono a letto senza cena.  

Ormai si erano davvero sfogati e non provavano più gusto a rompere nulla, di colpo erano diventati delicati e leggeri come farfalle. 

 Il ragionier Gamberoni fece i conti e dimostrò che la città di Busto Arsizio aveva realizzato un risparmio di due milioni. Al ragionier Gamberoni, in segno di gratitudine, la città di Busto Arsizio decretò una medaglia con un buco d'argento. 

 FINE 

 Vi è piaciuta la storia di oggi? Secondo voi qual è la morale?  

Avete domande o volete praticare un po’ italiano con me? Mi trovate al link sotto. Ciao!   

 
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