# 49 - Il palazzo maledetto - Intermediate

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Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate la trascrizione di questo episodio e degli esercizi per mettere alla prova il vostro italiano al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com. 

Oggi in particolar modo, vi consiglio di scaricare il pdf per poter vedere tutte le immagini dei luoghi e dei personaggi della storia.

Siete mai stati a Venezia? La città sull’acqua? Come ho raccontato in altri episodi, io ho avuto l’incredibile fortuna, direi il privilegio, di poterci vivere mentre studiavo all’università. È una città davvero unica nel suo genere che mi affascina ogni volta che ci vado.

A Venezia ci sono molti ponti. Se avete visitato questa città, le vostre gambe lo ricorderanno sicuramente. Tra tutti questi ponti, ce n’è uno che si chiama ‘Ponte dell’Accademia’.

Se salite su questo ponte, potrete godere di una vista pazzesca sul Canal Grande, la ‘strada d’acqua’ che attraversa tutta la città. La vista da Ponte dell’Accademia è davvero mozzafiato: si possono osservare moltissimi palazzi storici che si affacciano sul canale. Tra questi c’è uno che ha una storia, o meglio, una reputazione, davvero affascinante e misteriosa. Nell’episodio di oggi vi racconto questa storia, o meglio ve la racconta il protagonista: Palazzo Cà Dario. Sarà lui a prendere la parola fra poco.

Prima di raccontarvi la storia di oggi però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi. Se volete ascoltare direttamente la storia andate avanti di qualche minuto. 

La prima parola è bufala (sostantivo, s.f.). La bufala è un animale, molto simile al bue. È famosa per la produzione di mozzarella di bufala, il formaggio. Questa parola però ha anche un altro significato, una bufala è una notizia inventata o ingannevole, insomma una fake news.

La seconda parola è proprietario (sostantivo, s.m.). Io sono la proprietaria della mia macchina, l’ho acquistata e appartiene a me. Sono la proprietaria, insieme al mio compagno, della casa in cui vivo. Possiedo questi beni, sono di mia proprietà e quindi posso decidere cosa farci.

La terza parola è andare in rovina (loc.verb.). Andare in rovina non è assolutamente bello o piacevole. Quando qualcosa va o cade in rovina, crolla, viene danneggiato o distrutto in qualche modo. Una ricca famiglia può perdere tutti i soldi e quindi andare in rovina. Una casa può essere abbandonata e destinata a decadere. Un’azienda può andare in rovina e fallire.

La quarta e ultima parola è entrarci (espressione). Nella storia di oggi la trovate nella forma di “non c’entro niente” ovvero “non ho nulla a che fare con questo”, “non sono responsabile di questo”. Utilizziamo questa espressione per sottolineare il fatto che non abbiamo alcuna relazione con una determinata situazione, di solito una situazione spiacevole. “Non c’entro con il furto, non sono stata io”.

Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.    

il palazzo maledetto

‘Palazzo Dario venduto dopo anni a 18 milioni di euro’.

Ecco! Un’altra bufala su di me. Sono anni che sopporto notizie false sul mio conto.

Mi chiamano ‘il palazzo maledetto’ e si dice che chiunque mi compri o venga a vivere qui tra le mie mura faccia una brutta fine. A quanto pare, se vieni a vivere qui morirai in modo violento o finirai in bancarotta.

Vi assicuro che non è così: sono tutte dicerie, complete falsità. Oggi voglio spiegarlo una volta per tutte. Ma partiamo dall’inizio.

La mia storia comincia molti anni fa. Sono piuttosto vecchio effettivamente: ho quasi sei secoli, non proprio un giovanotto.

Dunque, sono nato nel 1478: sono una delle molte idee di Giovanni Dario e sono stato progettato e realizzato dall’architetto Pietro Lombardo.

Devo dire che l’architetto ha fatto proprio un bel lavoro: sono uno dei palazzi più belli di tutta Venezia. Sono alto e stretto. Mi riconoscete ancora oggi per la mia particolare facciata: ricoperta di marmo e con dei bellissimi elementi tondeggianti. Faccio proprio la mia bella figura.

Ma torniamo alla storia.

Come dicevo, il mio primo proprietario è stato Giovanni Dario, un uomo molto importante e influente in città. Difatti ai miei piedi, sono stato inciso con l’iscrizione in latino VRBIS GENIO IOANNES DARVIS, ovvero ‘Giovanni Dario, in onore del genio della città’. Alla sua morte mi ha ereditato sua figlia Marietta, sposata con un mercante di nome Vincenzo.

Marietta era davvero una brava padrona di casa, peccato sia morta. Aveva 39 anni. La gente dice che è morta molto giovane, troppo giovane. Ma considerate che i 39 anni di allora non erano come i 39 di oggi, un tempo la gente moriva prima.

Successivamente, sono quindi diventato proprietà del marito di Marietta, Vincenzo, più precisamente Vicenzo Barbaro. Ahhh la famiglia Barbaro! Bei tempi quelli! Sono rimasto con loro per un sacco di tempo, fino al 1659 e non è mai successo nulla di strano.

Fatta eccezione per Giacomo, un discendente di Marietta e Vincenzo. Lui è morto in combattimento durante una guerra. Da quel giorno, alcuni veneziani anagrammano l’iscrizione sulla mia facciata in modo particolare: ‘Sub Ruina insidiosa genero’ che tradotta sarebbe una cosa come “io abito in un insidiosa rovina” e da qui la leggenda che chi abita qui andrà in rovina.

Mah, non sono d’accordo e la mia storia lo dimostra. Soliti complottisti!

Finisce poi l’era della famiglia Barbaro e da lì sono passato un po’ tra le mani di tutti: ho avuto un sacco di proprietari.

Un certo Arbit Abdoll mi ha acquistato all’inizio del diciannovesimo secolo. La gente dice che era un ricco mercante che una volta entrato a vivere qui, ha cominciato ad avere sfortuna negli affari fino ad andare in rovina. La gente dice così ma le prove, non ci sono.

Nel 1837 Abdoll mi ha venduto per sole 480 sterline a Rawdon Brown. Lo storico Brown mi ha rimesso a nuovo, ristrutturandomi completamente. Credo però che gli sia costato parecchio e già nel 1842 mi ha dovuto vendere a un conte ungherese.

Ho saputo che Brown è mancato qualche anno più avanti, la gente dice che sia morto qui, ma si sbaglia, è successo dal mio collega Palazzo Gussoni-Grimani della Vida. Io non c’entro niente..

L’ungherese poi mi ha venduto a un certo tenente Marshall, un irlandese e poi è arrivata lei. Sono stato ereditato dalla contessa Isabelle a inizio ‘900, una gran donna quella. Quando c’era lei c’erano sempre un sacco di artisti che giravano per di qui (Monet vi dice qualcosa?).

Dopo la seconda guerra mondiale, è arrivato il turno del milionario, tale Charles Briggs. Si è trasferito qui nel 1962 ma dopo soli quattro giorni è arrivata la polizia italiana e gli ha chiesto di lasciare il paese. Ancora una volta, io non c’entro niente.

Poi nel 1968 è arrivato il Conte Filippo Giordano delle Lanze.

Ecco...lui effettivamente ha fatto una brutta fine, lo ammetto. Il suo corpo è stato trovato con il cranio fracassato in camera da letto. Un suo amante lo ha ucciso senza pietà. Mi ricordo ancora le grida della cameriera...

Vabbè, dimentichiamo questa brutta faccenda e andiamo avanti.

Sono stato anche proprietà di Cristopher Sebastian Lambert, il manager del gruppo rock ‘the Who’! Anche lui è morto poi, ma io non c’entro niente, abusava di droghe, non c’è nessuna maledizione qui.

Poi è toccato il turno di Fabrizio Ferrari nel 1978. Anche lui è morto in modo particolare. Ma non qui, è successo a Londra, in Inghilterra. Incolpate qualcun altro, qualche altro palazzo ma non me.

Nel 1985 sono stato venduto a un importante imprenditore italiano, il signor Gardini, che ehm.. sì, si è suicidato.

In questo periodo è nata infatti questa faccenda della maledizione: Cà Dario, il palazzo maledetto, dove tutti i proprietari muoiono in malo modo.

Ma ancora una volta, non so più come dirlo, io non c’entro nulla: quegli anni sono stati difficili per il signor Gardini, tra l’inchiesta di mani pulite (un’altra lunga storia italiana) e il crack finanziario. E poi non si è suicidato qui ma a Milano.

Insomma, come avete capito, ho avuto tantissimi proprietari in questi sei secoli ma solo uno di questi è stato ucciso qui tra le mie mura. Quindi, non chiamatemi maledetto e venite a trovarmi, o a comprarmi.... se ne avete il coraggio.

FINE

Ho deciso di raccontare questa storia proprio perché ho letto la notizia della vendita di Cà Dario la settimana scorsa. Un’altra bugia: l’edificio è solo in manutenzione.

Potete fare un tour del palazzo attraverso questo interessante video youtube che ho trovato, ve lo linko nel pdf.

Spero che questa storia vi sia piaciuta. Esiste un palazzo o un edificio maledetto nella vostra città? Se sì, raccontatemi la storia.

Bene, per oggi è tutto, vi ricordo che trovate dei contenuti extra sul mio sito. Se volete che tratti uno specifico argomento o racconti una vostra storia, scrivetemi a  italiando.learnitalian@gmail.com. Vi aspetto! Vi auguro una splendida giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao! 

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