# 47 - La persecuzione del 47 - Beginners -

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.   

Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate la trascrizione di questo episodio e degli esercizi per mettere alla prova il vostro italiano al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com. 

La storia di oggi è una storia destinata a studenti beginners, principianti. Per questo motivo, la storia di oggi sarà più breve, più corta del solito e io leggerò più lentamente.

Per l’episodio di oggi avevo in mente una storia legata ad un cibo italiano molto famoso, poi però, mi sono seduta davanti al computer pronta a scrivere e mi sono resa conto che sono arrivata all’episodio 47.

Il numero 47 è un numero speciale per me, non è certo un numero qualsiasi. Per questo motivo non posso evitare di raccontare una mia storia personale che è legata a questo numero.

Prima di raccontarvi la storia di oggi però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi. Se volete ascoltare direttamente la storia andate avanti di qualche minuto. 

La prima parola è informatica (sostantivo, s.f.). L’informatica, come materia scolastica, è lo studio delle tecnologie digitali e dei sistemi informatici, ovvero dei computer, dei programmi e delle reti. In informatica, impariamo a usare il computer, i programmi e le applicazioni, ma soprattutto impariamo a pensare in modo logico per risolvere i problemi. È una materia che ti aiuta a diventare più “smart” con la tecnologia!

La seconda parola è insegnante (sostantivo, s. m/f). Io sono un’insegnante di italiano per stranieri: insegno la lingua italiana a studenti da tutto il mondo. Sono anche un’insegnante di inglese: insegno inglese ai bambini, per questo motivo i miei studenti mi chiamano ‘teacher Silvia’.

La terza parola è stampare (verbo). Quando stampiamo un contenuto digitale o grafico, stiamo trasferendo quel contenuto su un supporto fisico, come ad esempio la carta. Ad esempio, mi piace stampare le foto digitali per poterle mettere all’interno di un album e toccarle con mano.

La quarta parola e ultima parola è foglio (sostantivo, s.m.). I bambini prendono fogli di carta e colori per poter disegnare. Io scrivo appunti su un foglio di carta. Un foglio è una singola pagina di carta o di altro materiale, usata per scrivere, disegnare o stampare.

Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.    

la persecuzione del 47

Ho quattordici anni e frequento la prima superiore.

Sono da un mese nella mia nuova scuola e, per la prima volta, mi piace davvero. Non posso dire lo stesso delle scuole medie, quelle erano un vero incubo. La scuola superiore è un mondo diverso. Le materie sono interessanti, i miei nuovi compagni sono simpatici, i professori sono bravi. È tutto così diverso, così… normale.

Mi piacciono tantissimo le materie umanistiche: letteratura, storia, storia dell'arte. Ma non posso dire lo stesso delle materie scientifiche. Matematica, chimica, informatica... non sono proprio il mio forte. Non che non mi piacciano, ma devo concentrarmi un po’ di più. Specialmente in informatica, che è un mondo che non conosco ancora bene.

È un normalissimo giovedì mattina. E come ogni giovedì mattina, alla terza ora c’è lezione di informatica.

L’insegnante è una donna bassa che porta sempre dei grossi occhiali neri. Ha i capelli biondi e parla sempre a voce alta. È un insegnante seria e severa che fa paura a qualche studente.

Sono seduta in ultima fila, alla fine della stanza, accanto alla mia nuova migliore amica. Stiamo parlando di quello che è successo a merenda e aspettiamo istruzioni dall’insegnante.

L’insegnante di informatica dà a tutta la classe un esercizio da fare. Si tratta di un compito semplice: creare un grafico su un documento excel e poi stamparlo.

“Un gioco da ragazzi!” penso tra me e me.

In pochi minuti finisco il grafico e sono pronta per stampare il documento. È semplice, non c’è niente di complicato. Mi guardo intorno e vedo che tutti i miei compagni di classe stanno ancora lavorando al grafico.

“Perché ci mettono così tanto?” mi chiedo con arroganza.

L’insegnante, con il suo tono di voce autoritario, parla a tutta la classe.

“Mi raccomando, scrivete nome e cognome nel file, quando lo stampate”.

Ah ecco, cosa mi ero dimenticata. Scrivo il nome ‘Silvia’ ed il cognome ‘Gomiero’, ricontrollo ancora una volta il grafico e clicco con il tasto destro del mouse il pulsante ‘Stampa’.

Mi sento una specie di piccolo genio: ho stampato il file prima di tutti.

L’insegnante con la sua voce tuonante dice “ahh ecco! Finalmente qualcuno ha stampato!”

Pochi secondi dopo, esce dalla stampante un documento.

L’insegnante prende il foglio di carta e legge a voce alta:

‘Silvia Gomiero, bene bene! Brava Gomiero’.

Mi sento orgogliosa, ma prima che possa godermi il mio piccolo momento di gloria, la stampante emette un rumore più forte, come se stesse preparando un altro foglio.

L’insegnante si gira verso la stampante. “ah bene, un altro studente. Vediamo chi è..”

Prende in mano il foglio e legge a voce alta:

‘Sil..Gomiero! Ancora tu! Hai stampato due volte!”

Tutta la classe si gira verso di me: tutti i miei compagni mi stanno fissando. Che imbarazzo!

Provo a controllare i dati di stampa cercando di capire dove ho sbagliato.

L’insegnante nel frattempo continua a estrarre fogli dalla stampante

Gomiero, Gomiero...Gomiero. Ferma la stampa!”

Nel panico totale cerco di bloccare la stampa e noto sullo schermo del computer il numero delle stampe che ho inviato ‘Quarantasette’. Oh cavolo.

Dopo qualche secondo infinito, riesco a bloccare la stampa e tiro un sospiro di sollievo.

Finalmente è finita: la stampante ha smesso di stampare il mio grafico.

Tutta la classe scoppia a ridere e decido di riderci sopra anche io.

La storia però, ahimè, non finisce qui, non finisce certo quel giovedì mattina.

Da quel giorno, il numero quarantasette mi perseguita.

Guardo l’orologio e sono le dieci e 47 minuti.

Faccio la spesa e il totale viene 47 euro.

Ascolto le notizie al telegiornale e ci sono 47 vittime in qualche parte del mondo.

Vado a correre e controllo da quanto tempo sto correndo: 47 minuti.

Prendo l’autobus ed è il numero 47.

47, 47 e ancora 47. Una vera e propria persecuzione.

FINE

Vi è piaciuta la storia di oggi?
Ancora una volta è una storia vera, ancora una volta una storia imbarazzante. Ad ogni modo, ancora oggi il numero 47 mi perseguita: prima o poi me lo giocherò alla lotteria!

E a voi è mai successo qualcosa di simile? C’è un numero che vi ‘perseguita’ o che vi porta fortuna? Fatemelo sapere con un commento.

Bene, per oggi è tutto, vi ricordo che trovate dei contenuti extra sul mio sito. Se volete che tratti uno specifico argomento o racconti una vostra storia, scrivetemi a  italiando.learnitalian@gmail.com. Vi aspetto! Vi auguro una splendida giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao! 

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