# 53 - Il terminal- Intermediate
Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.
Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate la trascrizione di questo episodio e degli esercizi per mettere alla prova il vostro italiano al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com.
Oggi è un episodio speciale del podcast, perché vi racconterò una storia che non ho scritto io, ma uno di voi, miei cari ascoltatori!
Qualche settimana fa, ho ricevuto una mail da Mykhailo (spero di pronunciare correttamente il nome), che ha deciso di condividere con me una sua storia personale per esercitarsi un po' con l'italiano scritto. Devo dire che ha fatto un ottimo lavoro, tanto che ho dovuto fare solo qualche piccola modifica per poterla raccontare oggi. La vicenda si svolge in un aeroporto, proprio come in una delle mie ultime storie ‘per un pelo’. Ed eccomi qui oggi, pronta a raccontarvela.
Prima di raccontarvi la storia di oggi però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi. Se volete ascoltare direttamente la storia andate avanti di qualche minuto.
La prima parola è VISTO (sostantivo, s.m.). Se mi state guardando in video, potete vedere che ho in mano il mio passaporto. Se lo apro potete vedere il visto di quella volta che sono andata in Cina. C’è il visto cinese, c’è il visto australiano..e poi? Che altro? C’ è il visto marocchino di quando sono andata in Marocco, a Fes..e c’è il visto messicano. Senza questo documento, non potevo entrare in Cina. Il visto è un permesso che ti permette di entrare in un altro paese. Il visto indica per quanto tempo puoi restare e per quale motivo sei in quel paese (per esempio per turismo, studio, lavoro, ecc.).Per avere un visto, devi fare una richiesta.
La seconda parola è OBBLIGATORIO (aggettivo). Indossare il casco è obbligatorio quando vai in moto, altrimenti puoi essere multato. Se vai a scuola, è obbligatorio frequentare le lezioni e fare i compiti. Qualcosa che deve essere fatto per forza, è obbligatorio. Non puoi scegliere di non farlo, perché è richiesto da una regola o da una legge.
La terza parola è CONSOLATO (sostantivo, s.m.). Immaginiamo questa situazione complicata: perdi il passaporto mentre sei in vacanza all'estero, dove vai per risolvere la situazione? Puoi andare al consolato del tuo paese per chiedere aiuto e ottenere un passaporto provvisorio (io essendo italiana, andrei al consolato italiano). Il consolato è un ufficio che rappresenta il governo di un paese in un altro paese. Il consolato aiuta i cittadini del suo paese che si trovano all'estero. Il console è la persona che lavora lì e che si occupa di aiutare i cittadini del suo paese.
La quarta e ultima parola è REGISTRARSI + A (verbo). Quest’anno ho cominciato un corso di pilates. Per poter cominciare questo corso, mi sono registrata alla palestra. Ho compilato un modulo con tutti i miei dati (nome, cognome, data di nascita etc..) e ho completato così la mia registrazione alla palestra. Potresti dover registrarti a un sito, o a una newsletter per poter utilizzare un servizio ad esempio.
Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.
il terminal
È successo tanto tempo fa, quando ero molto giovane e lavoravo in un'azienda che si chiama "Ukraine Airlines".
Un giorno, il mio capo mi ha detto che dovevo andare per lavoro a Pechino e che il mio volo sarebbe partito una settimana dopo.
In vista del viaggio ho chiesto al nostro dipendente che si occupava dei visti per il personale:
"Per andare in Cina, devo ottenere il visto cinese o no?"
Lui mi ha risposto:
"Sì, il visto è necessario, ma non è obbligatorio ottenerlo presso il consolato cinese, perché c'è la possibilità di ottenere il visto turistico direttamente all'aeroporto di Pechino."
Ho pensato:
"Perfetto, non perderò tempo (se sei fortunato, ci vogliono 4-5-6 ore per ottenere il visto presso l'ambasciata), e prenderò il visto direttamente all'aeroporto di Pechino."
Arriva il giorno della partenza.
Arrivo all'aeroporto di Kiev, vado al check-in, do il mio passaporto e il biglietto, ma la ragazza del check-in guarda nel mio passaporto e mi chiede:
"Perché non c'è il visto? Dovresti averlo già preso."
Dato che il volo era della nostra azienda, anche lei lavorava per l’Ukraine Airlines, proprio come me. Le rispondo quindi in modo un po' arrogante:
"Io sono il capo del dipartimento della nostra azienda, e so meglio di chiunque altro come devo fare."
Lei dice: "Vabbè."
E così salgo a bordo dell'aereo, molto contento. So che quando scenderò, troverò un nostro dipendente, il capo del nostro ufficio in Cina, e dovrà registrarmi a un gruppo turistico per ottenere il visto turistico.
Dopo dodici-quindici ore, l'aereo arriva in Cina.
Scendo, incontro questa persona e lui mi dice: "Aspetta, non ho tempo, devo occuparmi di mandare l'aereo indietro in Ucraina."
Due ore dopo torna da me e dice: "Purtroppo, in questo volo non c'è nessun gruppo turistico. Avresti dovuto controllare questa cosa qualche giorno prima della partenza."
Gli rispondo: "Ma non mi è stato detto questo!"
E lui: "Tutti sanno che se non c'è un gruppo turistico, non puoi ottenere il visto turistico, è logico, no?".
Poi aggiunge che ci avrebbe pensato lui e prende il mio passaporto, andandosene.
Ero disperato. Non potevo uscire dall'aeroporto e non potevo tornare in Ucraina, perché il mio aereo era già partito e il primo volo disponibile sarebbe stato solo sette giorni dopo.
Pensavo che avrei dovuto vivere lì per tutta la settimana, dormire sulla panchina, mangiare in un bar nel duty-free, sopravvivere senza doccia, ecc.
Non c'era modo di chiamare i miei genitori, e temevo che si sarebbero preoccupati se non li avessi contattati per tutta la settimana.
Non potevo chiamare, perché a quel tempo non c'erano cellulari (o meglio, esistevano, ma averne uno era un lusso e io non ne avevo uno).
Che cosa avrei detto al mio capo una volta tornato? I miei pensieri erano davvero pesanti e cupi.
Dopo alcune lunghe ore, è arrivato il mio collega con il mio passaporto e il visto cinese.
Mentre aspettavo in aeroporto, lui aveva giocato la sua ultima carta: ha trovato il console ucraino in Cina e lo ha convinto a darmi un visto diplomatico. Sono stato davvero fortunato che tutto sia finito bene. In questo modo, sono riuscito ad arrivare in Cina per un pelo.
FINE
Bene questa era la storia di oggi. Vi ha ricordato qualcosa? Ricorda un po’ la storia di un film del 2004 di Steven Spielberg ‘The terminal’ con Tom Hanks. Il film si ispira alla storia vera di Mehran Karimi Nasseri che dal 26 agosto 1988 al luglio 2006 è rimasto all’interno del terminale 1 dell’aeroporto Charles De Gaulle a Parigi. Avete visto il film?
Ringrazio ancora Mykhailo per aver condiviso la sua storia con me e avermi permesso di raccontarla a voi. Grazie di cuore. Se avete una storia interessante da raccontare, prego, fatevi avanti! Sono tutt’orecchi.
Bene, per oggi è tutto, vi ricordo che trovate dei contenuti extra sul mio sito. Se volete che tratti uno specifico argomento o racconti una vostra storia, scrivetemi a italiando.learnitalian@gmail.com. Vi aspetto! Vi auguro una splendida giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao!
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