# 45 - Come ogni mattina - Beginners

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.   

Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate la trascrizione di questo episodio e degli esercizi per mettere alla prova il vostro italiano al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com. 

La storia di oggi è una storia per studenti beginners, per studenti principianti. Per questo motivo, oggi racconterò la storia un po’ più lentamente del solito e la storia sarà un po’ più breve, un po’ più corta, del solito.

Oggi racconterò, ancora una volta, una storia vera, una storia realmente accaduta, accaduta a me per essere precisi.

Dunque, è una storia vera, è un ottima storia per ripassare i verbi legati alla routine ed è una storia un po’ imbarazzante..

Prima di raccontarvi la storia di oggi però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi. Se volete ascoltare direttamente la storia andate avanti di qualche minuto. 

La prima parola è avere sonno (verbo). La scorsa notte non ho dormito molto, ho dormito solo due ore quindi ora ho molto sonno. Di solito quando una persona ha sonno sbadiglia molto (sbadiglio) e si sente più stanca e meno attenta del normale.

La seconda parola è sbrigarsi (verbo). Oddio manca pochissimo alla deadline del mio podcast: devo sbrigarmi!! Devo sbrigarmi quindi devo fare in fretta, devo affrettarmi, devo fare le cose più velocemente del normale per riuscire a portare a termine tutto. In questo episodio trovate questo verbo alla forma imperativa ‘sbrigati’ che significa appunto ‘muoviti!’, “fà in fretta’.

La terza parola è essere in ritardo (verbo). Immaginiamo di avere una riunione importantissima alle 10 di mattina, guardiamo l’orologio e sono le 10.10: purtroppo siamo in ritardo per quella riunione. Quando ero giovane ero spesso in ritardo (classico stereotipo sugli italiani) ma con il tempo ho imparato ad arrivare in orario e ora non sopporto quando qualcuno è in ritardo.

La quarta parola e ultima parola è sguardo (sostantivo, m.s.). Abbiamo già trovato questa parola nell’episodio 41, vi ricordate? Avete presente la famosissima foto ‘la ragazza afgana’ di Steve Mc Curry? La bambina ha degli occhi meravigliosi e uno sguardo ipnotico. Se dirigo lo sguardo a te, ti sto guardando, se dirigo lo sguardo a Giuseppe, sto guardando Giuseppe, se dirigo lo sguardo al cielo, sto guardando il cielo. Insomma, avete capito? Lo sguardo è la direzione dell’atto visivo, dell’atto di vedere, dove guardano gli occhi insomma.

Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.    

COME OGNI MATTINA

È una fredda mattinata di gennaio a Vicenza. (brrrrrr). Il cielo è grigio e la città sembra avvolta da una coperta di ghiaccio.

È una mattinata come le altre. Niente di diverso dal normale. Il solito tran tran.

La sveglia suona alle sei e mezzo e, come al solito, mi alzo molto lentamente dal letto.

Come ogni mattina, mi trascino come una lumaca in cucina: sono molto ma molto assonnata. (sbadiglio) In inverno ho sempre più sonno rispetto al resto dell’anno: sarà colpa del freddo, chissà?

Come ogni mattina, penso “sarebbe bello stare a letto al calduccio, sotto le coperte”.

Eh sì, sarebbe bello! Invece no, devo andare a scuola. D’altronde ho solo tredici anni e la scuola è la mia unica responsabilità: il dovere chiama!

Quindi, mio malgrado, come ogni mattina, faccio colazione. Oggi la mia colazione è fette biscottate con marmellata di frutti di bosco e qualche biscotto al cioccolato.

Come ogni mattina, faccio colazione molto lentamente, bevendo in tutta calma il mio tè mentre leggo gli ingredienti sulla scatola dei biscotti.

Come ogni mattina, papà mi ricorda che devo prepararmi per andare a scuola e devo farlo velocemente, in fretta.

“Dai tesoro, sbrigati, veloce con quella colazione: la scuola inizia fra un quarto d’ora!”

Come ogni mattina, le parole di papà mi risvegliano come una secchiata d’acqua in faccia.

Come ogni mattina, corro in bagno, mi sciacquo la faccia, mi lavo i denti e mi pettino.

Come ogni mattina, mi guardo allo specchio e mi dico “mamma mia che faccia!”

Come ogni mattina, guardo l’orologio. Il tempo passa velocemente e sono sempre più in ritardo.

Come ogni mattina quindi corro in camera mia, apro l’armadio, tolgo il pigiama e metto i primi vestiti che trovo.

“e anche oggi ci vestiamo a caso” penso tra me e me.

Come ogni mattina prendo il mio zaino di scuola: è pesantissimo, ci saranno almeno sei libroni dentro.

Come ogni mattina saluto i miei, mio fratello e la mia amata Marina, una tartaruga di sei anni.

Come ogni mattina, esco di casa e mi dirigo verso la scuola che si trova a pochi minuti a piedi da casa.

Come ogni mattina, l’aria fredda mi aiuta un po’ a svegliarmi: è un po’ il mio caffè mattutino.

Il tragitto che porta a scuola è inizialmente su pista ciclabile, un bel percorso per pedoni e bici immerso nella natura e successivamente è su un marciapiede accanto alla strada trafficata.

Come ogni mattina, metto le cuffiette e ascolto un po’ di musica.

Come ogni mattina, ho appuntamento con una mia compagna di classe per fare una parte del tragitto insieme.

Come ogni mattina, lei mi sta aspettando alla fine della pista ciclabile, il nostro punto d’incontro.

La vedo in lontananza, eccola là anche oggi, che mi sta aspettando.

La mia amica si gira, mi vede, fissa lo sguardo nella mia direzione e scoppia in una grassa risata.

Mi giro e guardo dietro di me: niente. Non c’è niente e nessuno.

“che bell’outfit che hai oggi” mi urla lei da lontano.

Ho ancora addosso le cuffie e non ho sentito benissimo quindi, un po’ confusa, tolgo le cuffie

“Cosa?”

“ho detto che hai un bellissimo outfit oggi!” mi dice lei ridendo.

Abbasso lo sguardo e...oh no!

Mi accorgo che ho ancora addosso le mie sì...bellissime, caldissime, comodissime e adesso imbarazzantissime pantofole rosa.

FINE

Cari studenti beginners, vi è piaciuto l’episodio di oggi? Era facile, difficile?

Vi è mai successo qualcosa del genere? Avete mai fatto una figuraccia così?

Scrivete un commento per farmelo sapere.

Bene, per oggi è tutto, vi ricordo che trovate dei contenuti extra sul mio sito. Se volete che tratti uno specifico argomento o racconti una vostra storia, scrivetemi a  italiando.learnitalian@gmail.com. Vi aspetto! Vi auguro una splendida giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao! 

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