# 31 - Il cinese - Upper intermediate
Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.
Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate il testo di questo episodio e degli esercizi di lessico al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com
Buongiorno o buonasera a tutti voi. Parto subito con una domanda difficile. Riuscite a completare la seguente frase: “beati gli ultimi perché...”.
“Beati gli ultimi perché saranno i primi”. Cosa significa questa frase? Il significato popolare di questo modo di dire è: ‘anche le persone che arrivano ultime o le più sfortunate, un giorno, in futuro, arriveranno prime o avranno successo”. È un'esclamazione per consolare chi rimane per ultimo in una determinata azione o situazione.
Il protagonista della storia di oggi aveva decisamente fatto suo questo modo di dire.
Prima però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi. Se volete ascoltare direttamente la storia andate avanti di qualche minuto.
(il) ciclismo (sostantivo): è lo sport in cui si utilizza la bicicletta. Sembra che in Italia il ciclismo sia il terzo sport più praticato dopo il calcio e il nuoto. Alcuni ciclisti (gli atleti del ciclismo) più famosi in Italia sono stati Fausto Coppi, Gino Bartali, Marco Pantani e Vincenzo Nibali.
(gli) occhi a mandorla (sostantivo): gli occhi a mandorla sono stretti e allungati, tagliati come quelli di molte popolazioni orientali (es. Cinesi, giapponesi, coreani etc.)
(la) maglia (sostantivo): è un indumento, un capo d’abbigliamento che ricopre il busto. C’è la maglia a maniche corte (più comunemente chiamata t-shirt), la maglia a maniche lunghe, la maglia senza maniche etc.
(la) gara (sostantivo): è una competizione tra una o più persone, o tra una o più squadre per vincere un premio, per dimostrare chi è il più bravo, il più veloce, il migliore in una determinata attività. In una gara di velocità, ad esempio, vince il più veloce.
(il) traguardo (sostantivo): è il punto di arrivo di una gara, di solito viene segnalato affinché sia ben chiaro per i partecipanti alla gara. Di solito i giudici di una gara stanno proprio vicino al traguardo per poter vedere con chiarezza chi arriva per primo.
(la) tappa (sostantivo): nel ciclismo, la tappa è un tratto di strada, ovvero una parte del percorso in una giornata di gara. Il giro d’Italia ha ben 21 tappe, il percorso quindi è diviso in 21 parti.
(la) ruota (sostantivo): la macchina ha quattro ruote, la bici ha due ruote, il triciclo ha tre ruote. La ruota è quel disco che gira e permette ai veicoli di spostarsi. L'invenzione della ruota è una delle più importanti scoperte dell'umanità.
Perdere (verbo): se parliamo di una gara, di una competizione, perdere significa uscire sconfitti da quella gara o competizione, arrivare ultimi. Perdere è il contrario di vincere.
Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.
IL CINESE
Siamo nel dopo guerra, ovvero dopo la Seconda guerra mondiale, dalla quale, come sappiamo bene, l’Italia esce sconfitta. L’Italia sta cercando di leccarsi le ferite e rinascere, ma non sono anni facili.
Il ciclismo è uno sport molto popolare, seguito da un sacco di gente che affolla i lati delle strade per vedere passare i campioni in bici.
I ciclisti corrono con tutta la loro forza su e giù per le salite, sotto le condizioni più dure (dal sole cocente d’estate al freddo gelido d’inverno). Corrono per diventare dei campioni, per arrivare primi.
Ma non tutti i campioni, come vedremo in questa storia, sono uguali.
Tra i ciclisti dell’epoca c’è un ragazzo moro dal volto magro e i capelli ricci, dal fisico asciutto come lo sono i ciclisti. Ha gli occhi piccolini e un po’ a mandorla. Lo chiamano infatti per questo motivo ‘il cinese’.
È un giovane di Garlasco, un paese della regione Lombardia, che pedala con braccia tese e il sedere sollevato dal sellino per spingere sui pedali per andare più veloc...no, per andare più lento. Più lento? Ma come è possibile? Non vuole vincere?
Eh, no...! Il suo desiderio non è vincere, o meglio il suo desiderio non è arrivare primo bensì arrivare ultimo e vincere comunque: vincere la maglia nera.
Questo ciclista alquanto particolare si chiama Luigi. Luigi Malabrocca. Questa è la sua storia.
Conoscete il giro d’Italia? Forse la gara di ciclismo più famosa in Italia. Dunque, il ciclista che arriva primo vince una maglia rosa, mentre l’ultimo vince, (o quantomeno vinceva in passato), la maglia nera.
Ed è proprio questo l’obbiettivo di Luigi: arrivare ultimo. Ma perché? Il titolo della maglia nera è così strano e divertente che se lo vinci, vinci un premio in denaro a cui poi si aggiungono regali, vestiti, roba da mangiare, il tutto offerto per simpatia. Si tratta di cose molto utili in un Italia povera come quella del dopoguerra.
Luigi, a modo suo quindi, è un campione.
Luigi è il campione della maglia nera per eccellenza: ne vince due di seguito, una nel 1946 e una nel 1947. La prima volta appunto vince per caso, forse perché fuori allenamento, o forse perché all’epoca si gareggiava con ciclisti d’eccellenza come Coppi e Bartali. A fine tappa del giro d’Italia del 1946 scopre la miniera d’oro: i tifosi e gli sponsor, per solidarietà, gli offrono mance in denaro, salumi, bottiglie d’olio e altri tesori. “Forse è conveniente arrivare ultimo” pensa tra sé e sé Luigi.
Arriva la gara nel 1949 e, come si suol dire, “non c’è due senza tre”: Luigi vuole vincere ancora, per la terza volta, la maglia nera.
Voi direte: beh, è facile arrivare ultimi. Non esattamente. Ci sono delle condizioni: innanzitutto bisogna comunque arrivare al traguardo entro un tempo massimo ben definito, poi bisogna dimostrarsi sportivi, quantomeno fingere di partecipare alla gara secondo l’etica sportiva.
Nel 1949 c’è qualcun’altro oltre a Luigi che vuole arrivare per ultimo: si chiama Sante Carollo ed è un muratore, non un ciclista. Sante prova davvero a partecipare alla gara, ma il ciclismo non è esattamente il suo sport e già alla prima tappa arriva con un'ora di stacco, di differenza dal primo arrivato. Insomma, è un po’ lentino questo Sante. E come farà il nostro cinese ad arrivare ultimo? Deve andare più piano di Sante.
Così Luigi, utilizza un trucchetto classico. Decide di forare le gomme delle ruote. Non appena si trova in una strada dove non c’è nessuno, si ferma e si fora da solo le ruote. In questo modo riesce a perdere un sacco di tempo ma, a quanto pare, non è sufficiente.
Utilizza quindi un secondo trucchetto per guadagnare un po’ di tempo: decide di nascondersi. Non appena gli altri ciclisti sono molto più avanti di lui e nessuno lo nota, esce dal percorso e si nasconde in un fienile.
Il problema è che non è l’unico a utilizzare queste strategie per arrivare ultimo. Anche Sante Carollo è determinato ad arrivare ultimo. Così, tappa dopo tappa, Malabrocca e Carollo si giocano questa gara al contrario.
Ma il nostro cinese è più esperto in fatto di perdere rispetto a Carollo e nell’ultima tappa, utilizza il suo asso nella manica, un’ultima strategia. Una strategia psicologica: decide di andare più veloce, e urla a Carollo “ok, lo ammetto, questa maglia nera la vinci tu, mi arrendo” scomparendo all’orizzonte ma, non appena può, si nasconde di nuovo, in un cortile e si mette a mangiare con dei contadini della zona. Quando si fa tardi decide di riprendere in mano la bici e ripartire verso il traguardo e lì si accorge che è arrivato... TROPPO tardi. Troppo tardi perfino per arrivare ultimo. Chi cronometra non c’è più, se n’è andato, stanco di aspettare. Così il vincitore della maglia nera per quel giro d’Italia è Sante Carollo e non il nostro amico Luigi Malabrocca.
Luigi è davvero il campione dei perdenti.
FINE
Vi è venuta voglia di gelato? A me sì! Vado subito a provvedere. Ricordate quindi la prossima volta che vi gusterete un gelato algida che tutto è partito dalla fuga di due innamorati.
Per oggi è tutto, se volete che tratti uno specifico argomento, scrivetemi a italiando.learnitalian@gmail.com e proponete il tema che più vi interessa, farò il possibile per accontentarvi.
Vi auguro una buonissima giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao!