Episodio 27 - Zoe

Benvenuto su Italiando Storie, il podcast di storytelling in lingua italiana per arricchire il tuo italiano e la tua mente.   

Sono Silvia e sono qui per raccontarvi delle storie attraverso le quali far crescere il vostro italiano. Qui si parla di tutto: di racconti, di storie personali, di cultura, di attualità e molto altro. Trovate il testo di questo episodio e degli esercizi di lessico al sito www.italiandolearnitalianwithsilvia.com 

 

Prima però, vediamo assieme alcune delle parole chiave dell’episodio di oggi 

Regalo (nome): A Natale si aprono i regali che ci hanno fatto amici e parenti. Anche al compleanno si aprono i regali. Un regalo è ciò che viene donato a una persona in segno di affetto, di cortesia, di riconoscenza.   

Azzeccato (aggettivo). Ovvero ben riuscito, indovinato. Se un regalo è azzeccato significa che è esattamente ciò che ti aspettavi di ricevere o comunque è in linea con i tuoi gusti e desideri.  

Prendersela con qualcuno (verbo pronominale). significa “offendersi o arrabbiarsi con qualcuno per qualcosa. Ad esempio, io sono un po’ permalosa e se qualcuno mi facesse una critica potrei prendermela con quella persona facilmente, arrabbiarmi con lei. Attenzione a questo verbo: si tratta di un verbo pronominale, e va coniugato in modo un po’ particolare.  

Prendere in affitto (verbo). Pagare una certa somma ogni mese per poter usare un bene altrui, di solito un immobile, come ad esempio una casa, un appartamento, un negozio etc... 

Scartare (verbo). In questo episodio si intende scartare un regalo, ovvero togliere la carta regalo che si trova tutto intorno al presente.  

Perplesso (aggettivo). Dubbioso, o anche sorpreso, stupito da qualcosa che giunge inaspettato o che non convince del tutto. 

Bambola (nome). Avete presente Barbie? Ecco Barbie è una bambola. Una bambola è un pupazzo di materiale vario rappresentante una bambina o una donna. È ancora oggi una tipologia di giocattolo molto popolare. 

Inquietante (aggettivo). Tutto ciò che è inquietante provoca appunto inquietudine, un mix tra paura, ansia e preoccupazione.  

Bene, queste erano le parole chiave. Ora, mettetevi comodi e preparatevi ad ascoltare la storia di oggi.    

 

ZOE 

Rieccoci qui per la prima storia della nuova stagione di questo Podcast.  

La storia di oggi è una mia storia personale che diverte molto i miei amici e che spesso mi capita di riraccontare. Riraccontare, ovvero raccontare di nuovo, un'altra volta ancora. In italiano possiamo usare il prefisso –ri (o -re) davanti a un verbo per indicare la ripetizione di un’azione: rivedere (vedere di nuovo), ripartire (partire un’altra volta) etc... 

Questa storia riguarda un regalo molto particolare e originale che ho ricevuto qualche anno fa. Dunque, dovete sapere, che io sono la secondogenita in famiglia, ho un fratello maggiore che ha due anni più di me. Si dice spesso che il figlio arrivato per secondo in una famiglia goda di meno attenzioni e sia meno viziato. Ora, non so se posso interamente confermare questo cliché, ma una cosa posso affermarla per certo: ho sempre ricevuto dei regali di Natale meno interessanti e azzeccati rispetto a mio fratello. Da piccola, me la prendevo molto per l’arrivo di questi regali che non rispecchiavano le mie richieste ma, con il tempo, ho imparato ad accettare che ‘conta il pensiero’.  Spesso utilizziamo questa espressione in italiano quando riceviamo un piccolo omaggio da una persona che si scusa in anticipo di non aver fatto un regalo particolarmente importante e noi rassicuriamo quella persona dicendole ‘non ti preoccupare, conta il pensiero’, ovvero, ciò che conta è che hai anche solo pensato a me e preso del tempo per regalarmi qualcosa, seppur di poco valore o poco elaborato. 

Torniamo però ai Natali a casa mia. Negli anni ho quindi abbassato molto le mie aspettative e ho imparato ad indossare una poker face al momento dell’apertura dei regali che, ovviamente, non rispecchiavano minimamente i miei gusti.  

Spesso questi regali erano di piccole dimensioni e risultavano ancor più piccoli se paragonati a quelli di mio fratello che, puntualmente, riceveva il gioco super tecnologico dell’ultimo momento o il libro che desiderava tanto.  

Nel frattempo, siamo cresciuti e siamo diventati grandi. Arriviamo al Natale del 2017, anno in cui io avevo deciso di uscire di casa, ovvero di lasciare il nido famigliare, e prendere in affitto un appartamento tutto per me. Avevo già avuto diverse esperienze di vita all’estero ma si era sempre trattato di permanenze di qualche mese, invece, quell’anno ho deciso che finalmente era arrivato il momento di vivere per conto proprio. Ero fuori casa da qualche mese. Tenete a mente questa informazione perché poi sarà importante più avanti nella storia.   

Natale 2017. Appena finito il ricco pranzo, arriva il momento dell’apertura dei regali. Mio padre improvvisamente mi porge un pacco molto grande dicendomi “questo è per te”.  “Per me?!” rispondo con grande sorpresa.  In quel momento si risveglia in me la piccola Silvia bambina che aspettava da sempre di ricevere un regalo di tali dimensioni. Eppure, avevo ben 25 anni. Le mie aspettative da bassissime passano in pochi secondi ad altissime. Potrei sembrare una persona materialista da queste affermazioni, ma credo si trattasse più di una questione d'orgoglio dopo tanti anni di delusioni natalizie.  

Con calma e cura, scarto il pacco regalo e tiro fuori dalla scatola il suo contenuto, rimanendo a bocca aperta. Senza parole. Sorpresa. Perplessa.  

Ora, prima di rivelarvi di cosa si trattava, provate a immaginare cosa potesse essere che mi ha lasciato tanto sorpresa e confusa. Scrivetemi tre opzioni, vediamo chi indovina prima della rivelazione.  

Era una bambola. Una bambola di porcellana, di dimensioni a grandezza naturale. Una bambola dall’abbigliamento e dall’aspetto molto inquietanti. Indossava un paio di jeans, una cintura e un maglioncino anni ‘80. Aveva gli occhi azzurri e i capelli arruffati. Non esattamente uno spettacolo alla vista.  

Dovete sapere che io non ho mai mostrato interesse per le bambole, nemmeno da piccola e tantomeno da giovane adulta quindi non capivo proprio il perché di quel regalo tanto insolito.  

Volgo lo sguardo verso mio padre che sorride e poi verso mia madre che è altrettanto inorridita dal regalo ed esclama “ma che razza di regalo le hai fatto Francesco?” 

Mio padre a quel punto mi chiede di leggere il biglietto.  

                      “così non ti senti sola quando torni a casa dal lavoro”  

Mio padre mi aveva fatto quel regalo con l’intenzione di regalarmi un po’ di compagnia al mio ritorno a casa dato che vivevo da sola. L’intenzione, quindi, era buona e premurosa ma quel regalo era molto lontano dal potermi dare compagnia e conforto. Semmai, mi trasmetteva inquietudine e paura.  

Fatto sta che ho abbandonato la mia poker face e sono stata sincera con mio padre mostrandogli la mia perplessità riguardo il suo presente. Poi però, abbiamo riso della cosa e abbiamo deciso di darle un nome che porta ancora oggi, Zoe.  

Zoe ha passato qualche tempo nel mio appartamento ma non mi trasmetteva molta tranquillità e ho quindi deciso di rinchiuderla in un armadio, in un'anta che non aprivo molto spesso. Il punto è che, ogni volta che aprivo quella specifica anta, prendevo un grosso spavento alla vista dell’inquietante Zoe.  Ho deciso quindi, per grosso dispiacere di mio padre, di portarla nella casa di famiglia dove non abita più nessuno dove si trova ancora adesso.  

Questa era la storia di Zoe. E volete sapere un dettaglio della storia non trascurabile? Mio padre aveva lasciato il prezzo attaccato alla bambola e, a quanto pare, Zoe ha un certo valore economico: chi lo avrebbe mai detto!  

E voi avete mai ricevuto regali insoliti? O come reagite quando ricevete un regalo non particolarmente azzeccato?  

Se volete che tratti uno specifico argomento, scrivetemi a  italiando.learnitalian@gmail.com e proponete il tema che più vi interessa, farò il possibile per accontentarvi.  

Per oggi è tutto, vi auguro una buonissima giornata, ci sentiamo al prossimo episodio di Italiando Storie. Ciao! 

 

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